Gran titolo d'un quotidiano per una mamma che dismette da casa il televisore perché i suoi bambini non siano più esposti a vedere stragi nei tg e stupidaggini nei format di cosiddetto intrattenimento. Vien ritenuto cioè eccezionale ed eclatante - e rispetto alla media lo è, ma ne conosco altri - un semplice caso di fondata preoccupazione genitoriale sul piano educativo e della formazione della psiche.

 

Giorni dopo però e in sede da poter reputare informativamente abbastanza periferica, la rubrica settimanale su "La Stampa" della cantante Mina, ecco riferita un'iniziativa dell'Università di Firenze che, in un Comune del Chianti, conduce un interessante esperimento scientificamente assistito: per 74 bambini fra gli 8 e 12 anni digiuno assoluto, per una settimana, di schermo video e cioè sia tv che computer. Da lì la riprende poi qualche altro giornale. Con titoli più sottodimensionati rispetto a quello che ho citato all'inizio, però finendo col comprendere trattarsi di qualcosa di talmente serio e importante da dedicarci poi pagine intere. (Le testate cartacee, intendo, perché quelle televisive, naturalmente, no).

 

Può far sorridere l'esperimento comporti anche un mattutino prelievo-pipì dei soggetti, ma si tratta di verifica che può dare risultati non da poco, per il Dipartimento di Pediatria di quell'Università. C'è un tipo di stimolazioni luminose associate a percezioni emotive che se abituali fanno innalzare la melatonina nel sangue, calante invece se tale continuità di stimolazione manca. Ciò riverbera anche sulla sfera sessuale. Cos'è, infatti, questa melatonina? Me lo dice una ricerca in Internet rapidamente fatta mentre sto scrivendo (ma trovo che avrebbero dovuto essere i giornali stessi a dirmelo fin da subito; o no?): è un ormone secreto dall'epifisi, ubicata sotto il cervelletto, che presiede a varie delicatissime funzioni, tra cui quella sonno-veglia e il decorso evolutivo della pubertà.

 

Ma ovviamente pure l'area psichica generale e quella dei comportamenti è interessata a un'insistita sovrapposizione mediatica del virtuale al reale. Quale immaginario da questi presupposti di palinsesto e di videogioco si viene in tali soggetti imprimendo? Appartiene p. es. a un test recentemente compiuto da me su campione scolastico adolescenziale un quasi unanime risultato relativo ai criteri di scelta dei film da vedere. Il criterio è unico ed è di "genere": con prevalenza assoluta di fantasy medievaleggiante e/o fantascienza, che sono di fatto comparti omologhi. Con qualche variante verso l'horror, inteso, anche se inconsapevolmente, come esorcizzante. Non contano dunque più né la trama né una storicizzazione ambientale, né il regista e gli attori. Se questi ragazzi sono fans, lo sono casomai degli "effetti speciali". Rimossi i film collocati nella contemporaneità o che comunque pongano dei problemi; con accento messo invece sull'evasione, che è molto spesso legata a processi introversivi.

 

Del che molto van "ringraziate" sia l'odierna Hollywood che, appunto, Mamma TV. E ciò che, producendo giro vizioso per conseguenti motivi di mercato, originariamente le sospinge: un'interessata valenza politica al distrattivo estraneamento di massa dai meccanismi reali che stanno attualmente muovendo il mondo e modificando le scelte di società. Sarà interessante conoscere, dopo analizzati, i risultati di quest'esperimento toscano. Anche se va detto che una settimana sola è troppo poco per consolidare parametri e può anche salientemente ridursi a una specie di "fioretto" di questi bambini, dal quale parecchi di essi è probabile tornino indietro isterici (attenzione: quel che, intervistati, più o meno dicono è che il computer, e i suoi CD, gli stanno mancando più della televisione).

 

Che bella cosa le "Scienze della Comunicazione", ma che gran guaio se la Comunicazione, invece d'essere un bisogno utilitario, diventa un mito e anche producente scompensi biopsichici. Ci ha pensato, la Moratti, quando ha deciso di piazzare i computer già sui banchi della 1.a elementare?